Social Media e cultura: una convivenza critica
Tutti sanno chi sia Umberto Eco. Di recente, il grande intellettuale, ha ricevuto una laurea honoris causa, in Comunicazione e Culture dei Media, presso l’Università di Torino. Eco non si è fatto sfuggire l’occasione per esprimere un pensiero quantomai condivisibile sull’utilizzo che la gente fa dei social media e di internet in generale. La notizia è stata riportata dal Fatto Quotidiano(1) – che sembra schierarsi in modo critico nei confronti di Eco (così come molti lettori che – guarda caso – hanno approfittato dello spazio dei commenti per dar vita ad una discussione degna delle critiche che lo stesso Eco non ha risparmiato ai social media). L’illustre studioso ha, infatti affermato che i social media soffrono di un grosso problema di credibilità. Problema legato alla proliferazione delle fonti, tra le quali poche sono quelle genuine. Il rischio è quello che la gente e anche i giornalisti (e gli studiosi), vengano fuorviati dalle bufale. Il sistema è semplice: chiunque può aprire gratuitamente un blog o un c.m.s. (acronimo di “content management system”) e installare dei banner pubblicitari. Questi banner producono guadagni se vengono visualizzati o cliccati da visitatori. Per attirare utenti sul proprio sito e guadagnare, la gente farebbe qualsiasi cosa. Anche inventare notizie false (c.d. “bufale”) o fare leva sugli istinti più primordiali dell’uomo. Grazie alla capillarità di diffusione offerta dai social media ecco che la stupidità e le fonti meno attendibili possono trovare grande – troppo – spazio.
I social permettono alle persone di restare in contatto tra loro, ma danno anche diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel. (Umberto Eco)
La proliferazione dei media sul web e il crescere delle fonti rischia, a parere di Eco, di creare un caos nel quale i più ignoranti non sapranno districarsi. Si avrà a che fare con una massa di gente che crede di sapere basandosi sulle scritte lette di sfuggita su link creati da pagine sconosciute che mirano solo ai click e alle condivisioni. Continua Umberto Eco dicendo che:
Il grande problema della scuola oggi è insegnare ai ragazzi come filtrare le informazioni di Internet. Anche i professori sono neofiti di fronte a questo strumento. (Umberto Eco)
Una preoccupazione già espressa da tempo
Anche Basilio Antoci – scrittore, intellettuale e presidente della Fondazione Francesco Antoci – nel suo saggio di esordio | Fede, metodo, esperienza | pubblicato nel 2010 con Edizioni Akkuaria di Catania, propugna un pensiero identico a quello del grande Umberto Eco. Egli afferma, infatti, accingendosi a trattare delle questioni educative in generale(2), che:
La libertà è il più grande valore che l’uomo possieda, per cui non si vuole qui osare proporre di limitarla … Esprimersi va bene, ma ci vuole criterio e metodo per farlo. Non tutti in questo senso sono coscienti e comunque in grado di comunicare e/o di comprendere in modo corretto e indipendente ogni messaggio. Molti, purtroppo, sono capaci di comunicare soltanto negatività e disvalori … È proprio in tal senso che dovrebbe operare l’educatore accorto, ossia nel rintracciare la stupidità e il disvalore, smascherandoli e denunciandoli ai propri allievi. (Basilio Antoci)
Entrambi gli studiosi concordano che, lasciare spazio di parola sui social media a chi non ha cultura o non ragiona seguendo una logica corretta è un male. In realtà, il vero pericolo si cela dietro quei soggetti che – come detto – vogliono solo speculare sull’ignoranza altrui – facendo leva su bassi istinti (sesso, soldi, violenza) con notizie e provocazioni trash o addirittura false. Un occhio di riguardo, in tal senso, è rivolto ai giovani che non hanno, molto spesso, gli strumenti per distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Il vero dal falso. E possono essere indotti a formarsi opinioni non fondate sulla realtà dei fatti.
Per questo, la Fondazione Francesco Antoci si impegnerà – come sta già facendo – in favore della cultura e della libertà: libertà che può essere raggiunta e mantenuta se e solo se si riuscirà a espellere dai social media tutti gli speculatori, i troll e i trasher (ci si passi il neologismo) in genere.
Note
(1) F.Q., Umberto Eco contro i social: “Hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli”, in Il Fatto Quotidiano, Editoriale Il Fatto, Roma, 11 giugno 2015, pagina < http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/11/umberto-eco-contro-i-social-hanno-dato-diritto-di-parola-a-legioni-di-imbecilli/1766817/ >, consultato il giorno 11 giugno 2015.
(2) Basilio Antoci, Fede, metodo, esperienza. Approccio con il mondo dell’educazione. Spunti e riflessioni, collana I segni del tempo, Akkuaria Edizioni, Catania, 2010, capitolo V, pagine 68 – 69.